I dati sull'inquinamento atmosferico e acustico a Potenza

 Il monitoraggio condotto durante il treno verde conferma la presenza di troppo auto. E i decibel schizzano

Potenza 05 aprile 2016 - Anche stavolta gli inquinanti atmosferici non destano particolari preoccupazioni, ma i decibel sono “fuorilegge” anche in aree sensibili come nei pressi degli istituti scolatici. La costante della città  resta il traffico intenso: Potenza si salva grazie alla conformazione geografica, piuttosto che grazie a politiche di mobilità urbana e sicurezza stradale che Comune e Regione sarebbero chiamati ad attivare e promuovere. È questa la fotografia scattata dal Treno Verde, la campagna di Legambiente e del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, con la partecipazione del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, in questi giorni a Potenza, penultima tappa del tour del convoglio ambientalista in giro per l’Italia per monitorare la qualità dell’aria e l’inquinamento acustico, ma anche per parlare di smart cities, ecoquartieri, mobilità nuova e stili di vita. 

I risultati del monitoraggio scientifico – realizzato grazie alla collaborazione con Valorizza, brand di Studio SMA e Gemmlab, e con il contributo scientifico La Sapienza e CNR – sono stati presentato questa mattina in conferenza stampa da Simone Nuglio, responsabile del Treno Verde di Legambiente; Valeria Tempone, direttrice Legambiente Basilicata; Vittorio Rosa, presidente Circolo Legambiente Potenza. 

“Occorre ripensare completamente lo spazio urbano, restituendo le città alle persone, ormai da decenni relegate ai margini dall’invasione delle auto – dichiara Valeria Tempone, direttrice di Legambiente Basilicata - Le città sono il centro della sfida climatica in tutto il mondo, perché è nelle aree urbane che si produce la quota più rilevante di emissioni. Per questo è indispensabile ripartire dai centri urbani facendo scelte innovative per farle uscire dall’immobilismo attuale in cui si trovano e affrontare i problemi legati all’inquinamento ambientale e alla vivibilità quotidiana. I cittadini lucani sono ancora indissolubilmente legati all’automobile che spesso però, per la cronica mancanza di infrastrutture ferroviarie e la scarsità dei servizi erogati risulta essere l’unica alternativa praticabile, mentre dovremmo rendere l’auto l’ultima delle soluzioni possibili per gli spostamenti in città”.  

Contravvenendo a quanto da anni impone la legge, il Comune di Potenza inoltre non si è mai dotato di un piano di zonizzazione acustica. Una situazione che si riscontra in tutta la regione, l’unica in Italia dove ancora oggi nessun comune risulta dotato di questo importante strumento. Questo, nonostante, sempre un maggior numero di studi stanno dimostrando che il rumore non è solamente un disturbo ambientale ma rappresenta anche una minaccia per la salute pubblica. Anche il rumore è causato principalmente dalla forte presenza in città delle automobili, protagoniste indiscusse della mobilità urbana in questa città. I due capoluoghi lucani – secondo i dati del rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente - non solo non brillano in quanto ad offerta di trasporto pubblico locale ma sono letteralmente invasi dalle auto, con un tasso di motorizzazione elevatissimo (72 auto/abitante per Potenza e 62 auto/abitante a Matera), e con il camminare e l’andare in bici e a piedi praticamente sconosciuti. Il dato relativo alle isole pedonali (estensione pro capite della superficie stradale pedonalizzata - mq/ab) è estremamente basso a Potenza che si attesta a 0,12 mq/ab. 

“Chiediamo al Comune di approvare al più presto una classificazione acustica e avviare azioni a tutela della salute dei cittadini, dall’ampliamento delle zone a traffico limitato alle aree pedonali – afferma Vittorio Rosa, presidente Circolo Legambiente Potenza – L’impegno per i prossimi anni deve essere quello di educare le nuove generazioni alla mobilità dolce per garantire loro una qualità di vita migliore e, in generale, per ridurre i rischi legati agli incidenti sulle strade, dato in forte correlazione con la velocità. E’ urgente che l’amministrazione comunale si attivi per definire subito le politiche di mobilità sostenibile da attivare da oggi ai prossimi anni, replicando e rafforzando buone pratiche già avviate come il Pedibus per gli spostamenti casa/scuola e il gruppo d’acquisto di biciclette elettriche e le azioni di sensibilizzazione messe in campo dai circoli di Legambiente sul territorio”. 

IL MONITORAGGIO SMART DEL TRENO VERDE

Il monitoraggio del Treno Verde non vuole sostituirsi ai controlli eseguiti dagli enti preposti, ma fornire un’istantanea, in termini d’inquinamento atmosferico e rumore, su alcuni percorsi all’interno dei quartieri delle nostre città. Proponiamo un approccio metodologico diffuso, una campionatura itinerante che, messa a regime, permetterebbe alle città di individuare le criticità e attuare risoluzioni concrete e mirate, a servizio del benessere e della sicurezza dei cittadini. I tragitti individuati per il monitoraggio itinerante – che grazie a una strumentazione portatile consente di misurare in continuo i valori di inquinanti (PM10, PM2,5 e PM1) - sono stati scelti in maniera tale da poter effettuare un confronto tra le diverse aree di un tessuto urbano. È stato possibile così rilevare in tempo reale le concentrazioni nell’aria delle polveri sottili e del rumore simulando, quindi, i livelli d’inquinamento che ogni cittadino respira spostandosi tra le strade cittadine. L’obiettivo – oltre scattare un’istantanea del quartiere preso in esame – è quello di informare in tempo reale i cittadini e gli amministratori attraverso la pubblicazione dei risultati del monitoraggio sul portale www.trenoverde.it, facilmente accessibile e consultabile, che restituisce una mappatura di dettaglio dell’area presa in esame, così da avere un valido strumento per studiare e pianificare le soluzioni per migliorare la qualità dell’aria e dell’ambiente urbano. 

Il monitoraggio del Treno Verde oltre al Pm10 esamina attentamente un’altra componente importante dell’inquinamento presente nelle nostre città, quella del rumore, spesso sottovalutata ma che ha conseguenze sul benessere e sulla qualità della vita e sta diventando sempre più una minaccia per la salute pubblica. Gli studi attestano oramai da alcuni anni questa nuova evidenza: oltre 125 milioni di cittadini dell’Unione Europea è sottoposta a livelli d’inquinamento acustico considerati inaccettabili, per lo più derivanti dal traffico. 

Entrando nello specifico del monitoraggio, nella giornata di lunedì 4 aprile (nella fascia oraria 9-14) sono stati eseguiti cinque hot spot nella città di Potenza della durata di mezz’ora per monitorare potenziali fonti di inquinamento acustico ed atmosferico. A preoccupare sono soprattutto i livelli di decibel misurati, mentre in tutti i casi il Pm10 ha mantenuto medie piuttosto basse. Rumore prodotto principalmente dal traffico veicolare molto intenso e piuttosto sostenuto registrato durante i monitoraggi.

Il primo hot spot è stato posizionato sull’incrocio di fronte l’ingresso della Stazione di Potenza Inferiore. Il valore di Leq (Livello Equivalente, cioè la grandezza più frequentemente utilizzata per parlare di rumore ambientale) misurato è stato di 65,8 db, alto rispetto ai normali limiti previsti dalla legge per le strade, che varia da 50 ai 60 db in funzione della classe di appartenenza. 

Il secondo hot spot è stato eseguito all’incrocio tra via Mazzini e via Cavour. Anche in questo caso – e molto probabilmente a causa del traffico veicolare - il valore registrato dal fonometro per misurare l’inquinamento acustico è stato di 70,1 decibel, valori spesso attribuibili alle aree industriali e quindi molto elevati rispetto alla tipologia di situazione. 

L’hot spot 3 è stato situato davanti l’ingresso dell’Ospedale San Carlo. Il rumore registrato è stato pari a un Leq di 60,0db, al limite di una eventuale zonizzazione su strada specialmente se in prossimità di un ospedale. 

Il quarto hot spot è stato eseguito in via Anzio tra l’Istituto Tecnico Commerciale Leonardo Da Vinci e l’Istituto Alberghiero. I decibel sono schizzati a 69,1 db come Leq – valore assolutamente non in linea con la classificazione prevista per un’area con due scuole nei dintorni. 

L’hot spot 5, infine, in via di Giura (Scuola Media D. Savio) è stato posizionato all'uscita della scuola: il Leq registrato è stato di 71,8 db, valore sicuramente non adeguato ad una zona con un edificio scolastico nelle vicinanze – il cui limite per legge in una eventuale classificazione non potrebbe superare i 55 db. 

Nella giornata del 3 aprile, invece, sono stati eseguiti monitoraggi itineranti che hanno registrato medie di PM10 rispettivamente di 9,9 – 5,6 – 9,0 microgrammi/metro cubo, valori tendenzialmente bassi come era lecito aspettarsi vista la giornata festiva e le condizioni meteoclimatiche primaverili. I tre percorsi – che sono consultabili sulla mappa disponibile su www.trenoverde.it - coinvolgono sia strade con una maggiore affluenza di traffico, sia zone a traffico misto e aree pedonali del centro di Potenza. Così come registrato nelle altre città italiane, le aree pedonali si confermano i maggiori alleati – insieme al verde – per combattere lo smog. 

 

 

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