A Bologna si chiudono gli Stati generali della mobilità nuova

Mobilità a PotenzaL’Italia cambia strada, Potenza si muove a passo di gambero. 

Potenza 15 aprile 2015 -  Torino, Bologna e Milano adottano il limite di 30 chilometri orari in ambito urbano. E’ questo il primo risultato concreto degli Stati Generali della Mobilità Nuova di Bologna che si sono chiusi con la proposta, al Governo e agli enti locali, di una serie di azioni che possano da subito decongestionare le città e rendere più efficienti gli spostamenti su scala urbana, locale e pendolare.

Gli Stati Generali di Bologna organizzati da Rete Mobilità nuova (coalizione di circa 200 associazioni di cui fa parte Legambiente) hanno visto la partecipazione di 520 persone tra amministratori nazionali e locali, imprese, enti di ricerca, urbanisti, associazioni, organizzazioni di categoria e cittadini. Al termine di tre straordinari e serrati giorni di discussione è stata elaborata una carta di impegni (la Carta di Bologna) che individua una serie di priorità per rendere moderna, sana, efficiente, sicura la mobilità.

Mentre l’Italia cambia strada Potenza continua invece a muoversi a passo di gambero. Nonostante la drammatica situazione del trasporto pubblico locale (13 viaggi/abitante/anno secondo i dati di Ecosistema Urbano 2014), impianti meccanizzati aperti a singhiozzo e l’assedio quotidiano delle automobili (72 auto ogni 100 abitanti) e dei mezzi extraurbani che la feriscono ed attraversano ogni giorno, Potenza rimane lontanissima dai propositi e gli obiettivi discussi a Bologna. 

Dall'amministrazione nessun accenno infatti a misure volte a far decrescere la percentuale di spostamenti individuali in auto, che oggi a Potenza supera il 75% (dati Ecosistema Urbano 2014), necessarie a capovolgere le gerarchie in città: non più auto e poi tutto il resto, ma pedoni, ciclisti, trasporto pubblico e pendolari al primo posto in un’ottica di reale efficienza, qualità e sicurezza dello spostamento.

Il dissesto economico non può essere la scusa per giustificare scelte politiche che vanno al di là delle casse comunali. Chiediamo a questo punto all'amministrazione comunale di uscire dalla logica di risposta all'emergenza e fare propri i principi della Carta di Bologna attraverso piccoli interventi in grado di avviare la grande rivoluzione urbana: l’introduzione del limite di velocità a 30 km orari nel centro urbano e non solo in prossimità delle scuole, isole pedonali e zone a traffico limitato, l’istituzione della figura del mobility manager per le grandi utenze al fine di razionalizzare e ottimizzare gli spostamenti sistematici del personale, istituzionalizzare progetti di mobilità casa- scuola già sperimentati come il PEDIBUS, promuovere la mobilità ciclabile oggi possibile con l’aiuto della pedalata assistita.

L’annunciato intervento sulla info-mobilità (1.352.900 euro) destinato a rendere più facile la fruizione del servizio del trasporto urbano, non avrà infatti alcun risultato se non accompagnato da politiche che scoraggino l’utilizzo dell’automobile, alla quale il potentino è purtroppo ancora molto legato.  E anche qui un po’ di coraggio: seppur con qualche iniziale mugugno i cittadini apprezzeranno nel tempo una città a misura di pedone. 

 

 

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